giovedì 19 giugno 2014

I MAESTRI DELLE FOTO SUBACQUEE

Fotografia di David Doubilet, National Geographic Creative
La prima fotografia subacquea a colori fu pubblicata dal National geographic nel 1927.
"A volte portavo con me dieci fotocamere", racconta David Doubilet, uno dei più celebri fotografi subacque in un intervista su Natgeo Italia. 
"Il che voleva dire 20 lampade stroboscopiche, 12 casse di attrezzatura; e il massimo che si potesse ottenere erano 350 scatti, dopodiché bisognava tornare in superficie e ricominciare". 

Da allora la tecnologia si é enormemente raffinata e la possibilità di avere delle immagini da sogno del mondo marino non é più una illusione.
Ma anche con l'attrezzatura più avanzata, la fotografia subacque è rimasta una sfida per i professionisti del settore. 

Fotografia di Paul Nicklen, National Geographic Creative

Per festeggiare i suoi 125 anni di attività, la più autorevole testata di viaggi e documentari dal mondo
propone, nell'ambito della esposizione "la grande Avventura", una raccolta di quelle che sono considerate le più belle foto sottomarine di tutti i tempi.

....... e lo spettacolo é assicurato







Guarda la mostra "La grande Avventura" QUI

martedì 17 giugno 2014

IN APNEA DANZANDO CON LE BALENE

Tre ragazze nuotano in apnea sincronizandosi con i movimenti delle balene: é quasi una danza
Un cortometraggio che fonde amore per il mare, la natura, la musica e  la danza.
Un incredibile senso di armonia che pervade tutto. 


Assolutamente da vedere!!



gOPro fantasia: guarda il video

IN SOLITARIA TRA I MAASAI - viaggio nel cuore dell'Africa più vera

foto Marc Borom

Il centro di Nairobi sembra un formicaio, tutti pare abbiano fretta di fare qualcosa, le persone si incrociano, si urtano, si calpestano, si aiutano a trasportare carichi inverosimili con ogni mezzo: il tutto cercando di non essere investiti dai matatu che sfrecciano indifferentemente tanto sulle strade che sui marciapiedi!
Arrivo alla viuzza da dove partono i taxi collettivi per il sud, il caos è totale, ogni conducente cerca di farti salire sul proprio mezzo senza neppure chiederti dove vai.  Mi informo su quale sia il matatu diretto a Narok, da lì organizzerò il  mio viaggio nella terra dei Maasai.
foto estero e viaggi
        
Prendo posto sul pulmino, sono l’unico bianco, gli altri viaggiatori mi osservano, i più piccoli mi fissano, non capita spesso di trovare uno straniero su questi automezzi. Il viaggio dura qualche ora, le strade appena fuori dalla capitale sono per lo più asfaltate, il matatu sfreccia, carico all’inverosimile verso sud attraverso la Rift Valley. 
@ estero e viaggi

Narok è l’ultima città dalla quale è possibile organizzare un safari e me ne rendo conto appena metto piede fuori dal matatu. I procacciatori mi assalgono, ma parlandoci mi rendo conto di essere l’unico straniero in quel villaggio quel giorno e che quindi dovrei noleggiare fuoristrada e autista e sostenere tutte le spese da solo. Lascio così perdere l’idea di un safari organizzato e mi faccio un giro per le vie del villaggio. Case fatiscenti, empori di ogni genere e ristoranti poco invitanti sorgono ai lati delle strade di ciottoli, gli abitanti sono tutti in giro, vendono qualsiasi cosa, il commercio è l’anima dell’Africa. Qua e là capre e mucche scheletriche mangiano fogli di carta e rifiuti. Decido di tornare al capolinea degli autobus, proseguirò il mio viaggio con i mezzi pubblici. Anche qui ogni conducente cerca di farti salire sul proprio mezzo, ma dopo non poche difficoltà riesco a sapere qual è quello che va a Talek, ultimo villaggio prima delle sterminate pianure del Maasai Mara.  Il mezzo è un vecchio camion trasformato in autobus risalente agli anni Sessanta, dicono che partirà non appena sarà pieno ed è questa la cosa inquietante!

@ estero e viaggi
  
 Io sono uno dei primi a salire e mi sistemo dietro, vicino al finestrino.  Intanto cominciano a caricare a bordo qualunque cosa, sacchi, polli, scatoloni  e sul tetto iniziano ad accatastare e legare decine e decine di pacchi, casse di birra e taniche d’acqua. Dopo alcune ore tutto è pronto e si parte. Usciti dal villaggio le strade sono di terra battuta e piene di buche e mi rendo conto che sarà un viaggio interminabile. Attraversiamo la savana, qua e là oltre le solite capre e mucche ci sono gazzelle, gnu, facoceri, orici. Ogni tanto sul ciglio della pista qualche Maasai attende il nostro passaggio per farsi consegnare una delle innumerevoli taniche d’acqua legate sul tetto, i più fortunati ricevono anche una cassa di birra. Il nostro autobus è l’unico mezzo di trasporto ad attraversare questa zona, pertanto si ferma in continuazione, alcuni scendono, la maggior parte salgono, siamo carichi all’inverosimile. Di fianco a me si avvicendano personaggi di ogni tipo finchè non arriva a sedersi un guerriero Maasai, con le sue armi al seguito. Rimango qualche istante incantato a guardarlo, le orecchie forate all’inverosimile, la lancia, lo scudo, il pugnale, i capelli modellati con l’argilla. Lo spazio è davvero poco così cerchiamo di incastrarci alla meno peggio, ma io sono già costipato tra scatoloni e sacchi di riso; il risultato sarà che nelle restanti tre ore di viaggio l’asta della sua lancia premerà sulle mie costole talmente tanto da lasciarmi il segno!

@ estero e viaggi
Arrivo a Talek all’imbrunire, il villaggio è una piazza attorno alla quale sorgono le case, tutt’intorno la savana cosparsa delle capanne dei Maasai. Prendo una stanza nell’unica foresteria della città, sono l’unico turista, chissà da quanto tempo, infatti tutti i bambini mi stanno intorno, guardano incuriositi il mio colorito pallido.
Qui nel villaggio parte della popolazione ha dismesso gli abiti  tradizionali, quindi si mescolano guerrieri dai caratteristici mantelli a quadri rossi a gente vestita in vecchissimi e lisi completi all’europea. I carretti trainati dagli asini si incrociano con i vecchi fuoristrada. Entro in uno dei due bar del villaggio e mi siedo con persone in abiti tradizionali, c’è anche la birra, ma non il frigorifero!

@estero e viaggi
  Il proprietario della mia guesthouse ha anche un fuoristrada e con lui organizzo un safari per il giorno dopo, per andare nel territorio dei big five infatti serve un mezzo a motore, è troppo pericoloso, i guardaparco sono inflessibili. Il villaggio è già nel territorio del parco e farsi una passeggiata appena intorno vuol dire incontrare antilopi, facoceri, marabù, babbuini e se si è fortunati anche gli elefanti, ma se si vogliono osservare i grandi predatori, ci si deve addentrare nella savana, oltrepassare i pascoli dei Maasai e arrivare nelle loro zone di caccia.
La sera vado a dormire presto, il safari infatti comincia prima dell’alba, ma comunque il generatore di corrente funziona solo fino alle 20 e nel buio totale non è molto indicato restare in giro da queste parti. La stanza è molto spartana e la zanzariera piena di buchi, così il sonno tarda a venire, ma il cielo notturno è uno spettacolo senza precedenti, le stelle sono iridescenti, sembra di poter toccare la Via lattea così passo gran parte della notte ad osservarle. Puntuale il mio autista si presenta prima che faccia giorno, percorriamo alcuni chilometri su piste di fango e vediamo sorgere il sole tra migliaia di zebre e di gnu. Ad un tratto l’autista blocca la jeep e prende il binocolo-ci siamo-dice-ecco simba! Avanziamo lentamente e scorgo lui, il re di tutti gli animali, non da solo ma con la sua compagna, mentre approfittano del fresco mattutino per perpetrare la loro specie. I due leoni, ci guardano avvicinarci ma rimangono impassibili, loro costituiscono l’ultimo anello della catena alimentare, non hanno predatori naturali e quindi niente li intimorisce. 

@ foto fieldstudy.com

Poco più in là altri due leoni, più piccoli, probabilmente i loro figli maggiori. Dopo qualche chilometro un altro branco, questi sono di più e sono intenti a spolpare la carcassa  di una mucca. Prima mangiano i maschi, poi mangeranno i cuccioli e solo alla fine le leonesse potranno appropriarsi degli scarti. Chi non rispetta questa gerarchia viene allontanato con ruggiti che fanno venire i brividi e che mostrano dei denti formidabili. Con il nostro fuoristrada arriviamo a pochi metri da questo spettacolo della natura tanto da poter sentire il rumore delle ossa fracassate nelle fauci dei felini. Mangiano voracemente, l’autista mi dice perché hanno fretta di andare via, la mucca infatti apparteneva alla tribù di Maasai che vive lì vicino e appena i pastori se ne sarebbero accorti sarebbero andati a scacciarli.
Arriviamo ad un fiume in cui convivono pacificamente coccodrilli ed ippopotami, sono entrambi animali di una forza e di una aggressività senza pari, di conseguenza la loro convivenza è garantita dal rispetto reciproco. Nei pressi del fiume vive anche una grossa mandria di bufali che per gli abitanti del posto sono gli animali di gran lunga più pericolosi, si innervosiscono molto facilmente e non disdegnano di caricare anche un grosso automezzo.

foto estero e viaggi
 Poco lontano incontriamo un leopardo con i suoi due cuccioli intenti a mangiare e anche loro, come i leoni, sembrano poco infastiditi dalla nostra presenza. L’odore della preda dei leopardi attira alcune temibili iene, predatori opportunisti che preferiscono impossessarsi del cibo altrui, ma al contrario loro non gradiscono la nostra vicinanza cosicché si allontanano emettendo la loro inquietante e caratteristica risata.

Ogni tanto incontriamo un gregge di mucche e pecore condotto da qualche ragazzino o gruppi di donne che tornano dai pozzi con enormi taniche piene d’acqua . E’ sensazionale osservare la convivenza del popolo Maasai con la fauna selvatica e forse è proprio quest’equilibrio che regna nelle savane africane che una volta abbandonate quelle terre il semplice ricordo provoca il mal d’Africa!

venerdì 13 giugno 2014

TEL AVIV E' LA NUOVA IBIZA?


ph RTVtravel

il giornale americano Matador Network ha pubblicato l'ultima guida sulle migliori feste e party del mondo: (101 Places to Get F*cked Up Before You Die).

A sorpresa Tel Aviv, la città bianca, é stata proclamata MIGLIORE CITTA AL MONDO PER I PARTY ESTIVI E SULLA SPIAGGIA (spicca il nome di Gordon beach).

Avanti a Pucket, Goa e persino Ibiza. 

ph RTVtravel
 La guida, scritta da un gruppo di "festaioli itineranti professionisti" dichiara che in Israele le leggi sul controllo del business del divertimento sono molto blande e dunque sempre nuovi locali aprono, proponendo una grande varietà di musica e di tendenze.
La notizia delle varie feste si diffonde sulla spiaggia ed in estate é davvero possibile saltare da un party all'altro H24................................................ senza nessun altro limite che la propria resistenza!!






LEGGI LA GUIDA AI MIGLIORI PARTY : 101 Places to get f*cked up before you die

mercoledì 11 giugno 2014

FIDO E L'ESTATE: COME EVITARE I COLPI DI CALORE

I cani si sa soffrono il caldo. Non avendo una pelle in grado di sudare per poter riequilibrare la temperatura corporea, i nostri amici pelosi come affrontano l'estate? e noi, come possiamo fare per prevenire e eventualmente curare  un colpo di calore?

Ecco qui i segni da monitorare e i consigli su come reagire:





martedì 10 giugno 2014

REPORTAGE VIDEO: VIAGGIO INSOLITO IN COREA DEL NORD

foto fanpagetravel.it Giuseppe A. d'Angelo
Corea del Nord, un paese poco conoscuto, quasi chiuso al mondo esterno: sicuramente non la solita meta di viaggio

Tutti i notri parametri occientali vengono messi in discussione in questo paese, dove tutto sembra uguale ma a
foto Panorama.it
ben guardare é molto differente da quello che o sembra essere.. e proprio per questo vale la pena di essere visitato.

E' anche un viaggio in un mondo scomparso ( quello della guerra fredda e della cortina di ferro ) e un tuffo nella grande storia dell'Asia.... 






                                  guarda il video QUI